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mercoledì 7 marzo 2012

Ma che musica Lucrezio

La maggior parte di noi mentre, distesa molto placidamente sul banco, ascolta l’insegnante spiegare, rimane distante e distaccata. Soprattutto se la spiegazione è di qualche noiosissimo letterato latino. Seneca, Tacito, Cicerone, sono mattoni pesanti un quintale e forse anche di più per il povero cervello dello studente medio, stremato da tutte le fatiche della vita giovanile. Eppure se a questi autori qualcuno desse un po’ (non dico molta, un po’) di vivacità tutto questo potrebbe risultare più leggero e comprensibile, magari aggiungendo particolari curiosi delle vite dei suddetti oppure qualche biografia “strana”, facciamo per dire, che ne esalti caratteristiche sconosciute al liceale uditorio. Forse così quegli autori ostici risulterebbero più facili da comprendere e da ripetere con il sorriso sulle labbra. Io, ragazzi, ho messo tutto me stesso nella ricerca di qualche autore che raccontasse ciò che vorrei ma non l’ho trovato, dunque farò, per la vostra gioia, metalatino, metastoria, metatutto insomma! Iniziamo con un classico, un cliché oserei dire: Cicerone! Forse non tutti voi sapete che messere Marco Tullio era un cuoco provetto, la sua specialità erano le zucchine. Adesso immaginatevi Cicerone con un lungo e bianco cappello da chef (sì, lo so che lo state pensando, proprio come lo Chef Tony e i suoi fantastici Miracle Blade, e non ditemi che non avete mai visto una sua puntata!). Come secondo autore vi propongo Lucrezio (già il titolo suggerisce qualcosa). Ebbene forse non lo sapevate, eppure Lucrezio era un famoso cantautore latino, le sue canzoni sono apparse in Hit Mania 58 a.C. Ecco alcuni dei suoi più famosi titoli: Meno Male che Catullo c’è, Non c’è il sole senza Poseidone e l’ultima, che ha vinto anche l’Arpino Festival: Quanto è Bella questa mia Puella. Last but not least quel bontempone di Seneca. Molto probabilmente si tratta dell’aspetto più nascosto e segreto ma noi sappiamo anche questo! Seneca aveva infatti fondato la sua rivista rosa, Roma 753 a.C., piena di gossip sui personaggi famosi di quel tempo (ovviamente nessuno sapeva che il giornale fosse suo ma la gente era sempre più sospettosa da quando vedeva quel bravo filosofo aggirarsi per le vie di Roma vestito con un insolito vestito a scacchi gialli e neri e occhiali a forma di cuore). Forse tutto questo fa ridere e molto probabilmente il ministero del latino starà scagliando contro di me i peggiori improperi (in latino ovviamente), però io voglio lanciare un messaggio come ho fatto con l’articolo precedente: la favola insegna che… Perdonatemi questo non c’entra niente! Comunque, non bisogna essere tutti d’un pezzo, ieratici, per poter affrontare un lavoro: un po’ di buona e sana comicità unita ad uno spirito positivo è quello che ci vuole! Ci vediamo il mese prossimo!

Simone Coppolino

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