Coin Slider Gallery

mercoledì 7 marzo 2012

A piedi nudi contro vento - Una questione interiore

I pensieri di Jennifer Sketcher... I pensieri di una donna attratta da ciò che è ancora buio. La luce rende tutto troppo semplice. Una zingara che cammina a piedi nudi su un marciapiedi di carboni ardenti. E intanto gente, vetrine, cartelloni pubblicitari. E io, zingara, indosso una camicia povera e una gonna lunga fantasiosa dai colori scuri. Collane di pietra. Grandi orecchini di legno. I capelli al vento. E intanto caos, macchine, mani che luccicano di anelli, soldi avidamente conservati nelle tasche. Non li voglio. Sono solo carta straccia. E allora... Dov’è? Tra una strada e l’altra. Dov’è? Tra un ramo e le sue foglie. Dov’è? Tra mare e terra. Dov’è il senso e la risposta? Bisogna viaggiare. Devo viaggiare. Andare lontano. Perdermi. Sono capitano e marinaio della mia nave. Piratessa di altri tempi. Sono padrona del mio destino. Il destino è una questione interiore, ogni uomo sa a cosa è destinato, ma perde troppo tempo confuso da futili perché. La consapevolezza rende tutto troppo semplice. O forse meno eccitante, spento. E allora forza! Forza! È ora di prendere una nave! Farsi abbracciare dal vento. Sfidare correnti che nessuno sa! Forza! Sistemo le vele, poi vado a prua e sento la brezza. Afferro il timone. Decisa. C’è così tanto mare... È ancora così lontana la linea dell’orizzonte. Blu intenso. E poi violetto, rosso e azzurro dagli occhi del cielo. E così nei miei. Li chiudo per un istante. Li apro. No. Non sto viaggiando. Sono seduta a riva. I piedi bagnati e così la gonna, che striscia sulla sabbia. Sta danzando insieme ai flutti, ruvida per la salsedine. Scossa da un movimento continuo. Catturata, ormai. Come me. Catturata. Dentro al sogno dei miei sogni stessi. Chiudo gli occhi. Viaggio ancora. Mare. E poi...Terra! Un miraggio? No. Terra! Terra! L’isola brilla di verde. Macchie di vegetazione rossa e bluastra spezzano l’incanto. Esploro. Frenetica. Vibrante. Le mani nervose. Gli occhi affascinati. E camminando tra arbusti e piante rare, tocco momenti persi nell’oblio. Adesso sono qui. Sono fantasmi, ma sono vivi. Vedo fauci spalancate. Trappole buie. Caverne gelide. E immagini macabre riflesse da uno specchio d’acqua. E paure che diventano umane, che si trasformano in carne. Pianti sordi. Sto correndo. In mezzo ad arbusti che nessuno conosce. Sto correndo. Su ciottoli che i miei piedi hanno già sentito. Mi fermo. Respiro. Vedo sorrisi. Mani. Occhi che cantano. Fiori rossi di passione. Terra umida che merita di essere sentita a piedi nudi. Profumo, lo sento. Ma ad un tratto di nuovo fiere. E poi fiori. E poi bestie. E poi colori delicati. Paure e pace. Estasi e tormento. Silenzio. È la vita. È straordinaria. Un flusso costante. Come la sinfonia improvvisata di un pianista sincero solo col suo strumento. Sfrenata come una corsa sotto la pioggia. Delicata come la coreografia di un prato quando la stagione comincia. Semplici parole non possono descrivere il suo mistero. E il suo fascino. Ora però devo andare. È il momento di cambiare rotta. Adesso devo conoscere l’essenza di nuove onde. Apro gli occhi. Sono ancora seduta a riva. Il mare ha portato il mio nome via con sé. Sto già viaggiando. E voi? Voi siete fermi?!

Nessun commento:

Posta un commento