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mercoledì 7 marzo 2012

Morte

La nostra cultura tende a dimenticare l’inesorabilità della morte, ed insieme con essa anche l’esistenza della malattia e del dolore. Non parlare mai di queste cose non equivale a dire che non esistono. Con questo istintivo atteggiamento di rifiuto, i nostri malesseri non spariscono magicamente. È solo una inutile negazione della realtà. Un comportamento assurdo, negare un fatto che fa parte indiscutibilmente della vita di ciascun essere umano. Forse ci si è disabituati a vedere quanto sia normale vivere e poi morire. Nelle nostre vite non capita molto spesso di curare, fino all’inevitabile morte, un parente a noi caro, perché nella maggior parte dei casi si lascia, per cause di forza maggiore, questo compito alle cliniche e agli ospedali. A nessuno piace familiarizzare con la morte. Il rifiuto è tale che si cerca di pensare a lei il meno possibile. Questa scelta è dettata dalla paura della sofferenza. Si vuole ad ogni costo evitarla e per questo si cerca di fuggire e ci si rifugia in un ostinato “non vedo, non sento, non parlo”. Oggi siamo abituati a ricorrere ad una pillola per ogni minimo fastidio o dolore, non sappiamo sopportare neanche un lieve malessere. Vogliamo eliminare ogni singola cosa che possa crearci problematiche a cui è difficile dare spiegazioni, situazioni da cui può nascere imbarazzo o fastidio (anche solo psicologico). Si fugge. Illudendosi che si possa benissimo fare a meno di trattare tali argomenti all’infinito. Ma la morte non possiamo ignorarla, esorcizziamola pure questa paura; cerchiamo di non dimenticare che dove c’è la vita c’è anche la morte. La morte e la vita ci riguardano tutti: dobbiamo prendere coscienza della nostra mortalità ed accettarla senza farne un argomento tabù. L'unica cosa che ci fa andare avanti, non ci fa pensare alla morte e ci permette di vivere è il pensare di sopravvivere. Ancora non capiamo perché odiamo la morte. È come quando guardiamo un film: ci appassioniamo, ma poi non riusciamo a gustarci la fine. Fine. È proprio questo che segna la morte. La fine di un percorso che ci ha segnato. La morte di una persona cara. Una fine non voluta da noi.

Floriana Cusimano

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