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martedì 6 marzo 2012

Invito alla lettura: un brano di Salvo Balsano, "Gemiti del Tempo" nelle pagine di Palingenesi

di Salvo Balsano

L'uomo prega nelle forme del dolore. Il ricordo della speranza, con cui l'essere dirige l'armonia della memoria, è lacrima, plumbeo riflesso del desiderio. Riposano le ombre dello spirito nella nera notte della morte: "Furore, ala di lutto, / e morte e collera / fino a che le lacrime ed il dolore uniti [...] / non saranno che un cumulo d'ossa in una strada / e una pietra seppellita dalla polvere" (Pablo Neruda, Terre Offese, Traduzione di Salvatore Quasimodo). I gemiti del tempo scorrono fra i flussi infiniti dell'universo: nello spazio, in cui la materia e l'idea incontrano la melodia che coglie l'istante dell'eterno, l'etere sognante della preghiera osserva i moti degli angeli.
Piangi, o poeta, abbandona la tua fluttuante nota nella pioggia delle nostre lacrime. Prega, o uomo, avvolgi il furioso vento della consumazione bisbigliando i segreti dell'infinito. Vivi, o morte, canta, nel tuo eterno tempo, l'eco dei fantasmi: "E da allora sta celata nei boschi, mai più è apparsa sui monti; / ma dovunque puoi sentirla: è il suono, che vive in lei" (Ovidio, Le Metamorfosi, III). 

Fonte:  http://palingenesicom.blogspot.com/2012/03/gemiti-del-tempo.html 

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