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mercoledì 25 gennaio 2012

Il racconto

UN REGALO E' PUR SEMPRE UN REGALO
Nel Natale del 2010 ricevetti da mia moglie, come regalo, un pacchetto con della carta colorata, adornata da un fiocchetto rosso. Provai a sciogliere il nodo e a scartarlo delicatamente, ma non vi fu verso e così utilizzando le unghie e i denti tirai fuori il REGALO.
Mia moglie mi guardò fisso negli occhi. - Ti piace – disse. - Certo, moltissimo – risposi.
Era un oggetto strano con colori stupendi e di bella forma. Ma non compresi cos'era.
Hai capito cos'è? - incalzò la mia dolce metà. Per delicatezza risposi di sì e chiesi agli altri se avevano compreso cosa era effettivamente, e le risposte più esaurienti furono: “È un soprammobile, una roba da appendere al muro o da tenere in cucina o nel bagno”. Ma non era chiaro.
La notte, nell'intimità del letto, ribadii a mia moglie che il regalo aveva dei colori bellissimi, una bella forma e confessai di non avere capito cos'era. “Un regalo è pur sempre un regalo” rispose con dolcezza mia moglie, confessando però che anche lei non sapeva a cosa potesse servire. “Ho pensato a te e l'ho comprato, sperando che almeno tu avessi un'idea di cosa fosse”.
Mi domandai come mai aveva comprato quell'oggetto pensando a me, ma rimasi in silenzio per non mortificarla.
Dopo le feste, alla riapertura dei negozi, insieme andammo in quel negozio dove mia moglie aveva comprato il mio regalo e il rivenditore, con gentilezza, asserì che neanche lui sapeva cosa era quell'oggetto e che, sinceramente, aggiunse, non poteva conoscere a cosa servono tutti gli oggetti che vendeva.
A casa spedimmo una mail alla fabbrica da cui era uscito quel coso. Risposero nel giro di pochi minuti con garbo, augurandoci buon anno. Così leggemmo: << Questa è la nostra filosofia, in sintonia con la predisposizione dei clienti riguardo ai regali di Natale, se vi piace che importa cos'è? Usatelo come vi pare>>.
Il ragionamento non faceva una grinza, ma compresi che neanche loro conoscevano l'utilità di quell'oggetto. E così tenni quel regalo sempre a portata di mano, - Chissà – pensai – magari col tempo, troverò il modo di utilizzarlo – Provai e riprovai: per accendere le sigarette, se volevo svitare o avvitare, se volevo lavare l'insalata, stampare un file, lavare la macchina. Provai ad usarlo come microonde, come scatola per i biscotti, l'annaffiai, lo misi sui termosifoni; una volta gli comprai i croccantini per gatti (non so nemmeno io il perché). Ma nulla di tutto questo ebbe buon esito.
Poi arrivò il Natale di quest'anno (2011) e mia moglie pose sulle mie mani un pacchettino con della carta colorata e il
fiocchetto rosso, raccomandandomi di aprirlo con delicatezza – Si può rompere – disse.
Mi adagiai sul divano e iniziai il rito d'apertura-regali. Non ci riuscii. Ci provò mia moglie, poi gli amici, i miei figli, addirittura mia suocera. Niente. E intanto mia moglie mi scongiurava: - Piano, piano, si rompe così! -. Dopo vari tentativi ebbi il colpo di genio e dissi: - Proviamo con QUELLO - .
Ma non tutti capirono cosa fosse... QUELLO. Andai a prendere il regalo dell'anno prima e usandolo, con opportuna delicatezza, riuscii con QUELLO ad aprire con estrema facilità il nuovo regalo. - Evviva – gridai.
Confesso che tuttora non ho capito cos'è il nuovo regalo, né a cosa serve e perché; a detta di mia moglie si poteva rompere, ma sono soddisfatto per aver finalmente compreso a cosa serviva QUELLO del Natale precedente.
Ci rivedremo al prossimo Natale. Auguri a tutti di un felice 2012, auspicandomi che il regalo del Natale scorso serva, magari... a scongiurare la profezia dei Maya.

Roberto Cavaliere

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