Nel Natale del 2010 ricevetti da mia moglie, come regalo, un pacchetto con della carta colorata, adornata da un fiocchetto rosso. Provai a sciogliere il nodo e a scartarlo delicatamente, ma non vi fu verso e così utilizzando le unghie e i denti tirai fuori il REGALO.
Mia moglie mi guardò fisso negli occhi. - Ti piace – disse. - Certo, moltissimo – risposi.
Hai capito cos'è? - incalzò la mia dolce metà. Per delicatezza risposi di sì e chiesi agli altri se avevano compreso cosa era effettivamente, e le risposte più esaurienti furono: “È un soprammobile, una roba da appendere al muro o da tenere in cucina o nel bagno”. Ma non era chiaro.
La notte, nell'intimità del letto, ribadii a mia moglie che il regalo aveva dei colori bellissimi, una bella forma e confessai di non avere capito cos'era. “Un regalo è pur sempre un regalo” rispose con dolcezza mia moglie, confessando però che anche lei non sapeva a cosa potesse servire. “Ho pensato a te e l'ho comprato, sperando che almeno tu avessi un'idea di cosa fosse”.
Mi domandai come mai aveva comprato quell'oggetto pensando a me, ma rimasi in silenzio per non mortificarla.
Dopo le feste, alla riapertura dei negozi, insieme andammo in quel negozio dove mia moglie aveva comprato il mio regalo e il rivenditore, con gentilezza, asserì che neanche lui sapeva cosa era quell'oggetto e che, sinceramente, aggiunse, non poteva conoscere a cosa servono tutti gli oggetti che vendeva.
A casa spedimmo una mail alla fabbrica da cui era uscito quel coso. Risposero nel giro di pochi minuti con garbo, augurandoci buon anno. Così leggemmo: << Questa è la nostra filosofia, in sintonia con la predisposizione dei clienti riguardo ai regali di Natale, se vi piace che importa cos'è? Usatelo come vi pare>>.
Il ragionamento non faceva una grinza, ma compresi che neanche loro conoscevano l'utilità di quell'oggetto. E così tenni quel regalo sempre a portata di mano, - Chissà – pensai – magari col tempo, troverò il modo di utilizzarlo – Provai e riprovai: per accendere le sigarette, se volevo svitare o avvitare, se volevo lavare l'insalata, stampare un file, lavare la macchina. Provai ad usarlo come microonde, come scatola per i biscotti, l'annaffiai, lo misi sui termosifoni; una volta gli comprai i croccantini per gatti (non so nemmeno io il perché). Ma nulla di tutto questo ebbe buon esito.
Poi arrivò il Natale di quest'anno (2011) e mia moglie pose sulle mie mani un pacchettino con della carta colorata e il
fiocchetto rosso, raccomandandomi di aprirlo con delicatezza – Si può rompere – disse.
Mi adagiai sul divano e iniziai il rito d'apertura-regali. Non ci riuscii. Ci provò mia moglie, poi gli amici, i miei figli, addirittura mia suocera. Niente. E intanto mia moglie mi scongiurava: - Piano, piano, si rompe così! -. Dopo vari tentativi ebbi il colpo di genio e dissi: - Proviamo con QUELLO - .
Ma non tutti capirono cosa fosse... QUELLO. Andai a prendere il regalo dell'anno prima e usandolo, con opportuna delicatezza, riuscii con QUELLO ad aprire con estrema facilità il nuovo regalo. - Evviva – gridai.
Confesso che tuttora non ho capito cos'è il nuovo regalo, né a cosa serve e perché; a detta di mia moglie si poteva rompere, ma sono soddisfatto per aver finalmente compreso a cosa serviva QUELLO del Natale precedente.
Ci rivedremo al prossimo Natale. Auguri a tutti di un felice 2012, auspicandomi che il regalo del Natale scorso serva, magari... a scongiurare la profezia dei Maya.
Roberto Cavaliere
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