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mercoledì 4 aprile 2012

Canto del Cigno

                                                                                                                 Giulia Provino 5SBb

Ho visto un cigno dalle ali possenti
e i suoi occhi mi parevan fiamme ardenti.
Il suo canto sapeva solo ammaliare
e nemmeno le sirene l'avrebbero potuta eguagliare.
Il mio spirto come Ulisse voleva solo ascoltare,
così sotto le sue ali mi son messa a guardare:
ogni cosa mi parea diversa
la terra, le piante, l'acqua stessa.
Ma il suo sguardo mai mi lasciava,
di calma il mio cuore colmava;
attraverso il suo canto una luce nasceva:
ardente, splendente come un fuoco si ergeva.
Ogni cosa intorno a me un senso prendeva
e con le sue piume nel laghetto lo rifletteva.
Alla sorgente della luce mi voleva portare
ed a ogni passo la coscienza delle cose mi soleva mostrare.
Possente come i monti, salda come la terra,
ogni suo batter d'ali vincea contro i venti potenti...

Poi il cigno andò via,
il suo canto più non udii,
e  un senso d'angoscia mi ricoprì.
Le belle lucine più non splendevan
e dai mie occhi lacrime scendevano.
Il sol pensiero di non udir più quel canto
era un dolore straziante.
ma ricordando il calore del canto
il mio cuore si mise ad intonarlo:
in quel momento il lago si accese,
ogni cosa colore riprese.

Così la mattina mi risvegliai
e guardando allo specchio
il cigno del sogno mirai;
perché fino a quando nel mio cuore
il canto del cigno risuonerà
So che in me vivrà.






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