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mercoledì 7 marzo 2012

Question Quacchero


Grazie allo sconvolgente afflusso di mail arrivate in queste settimane alla nostra casella postale pierquac@gmail.com, voi lettori avete decretato il successo della rubrica più strabiliante, sensazionale e illuminante dai tempi di Gutenberg: rubrica che quindi (nonostante i tentativi di censura che hanno colpito il precedente numero) continuerà fino all’imminente guerra atomica. Riguardo la suddetta censura, l’insigne dottor professor Piergianni Quacchero, autore del frigorifero a pedali e della prima forma ecologica di propulsione basata sul sistema digerente (nota come Moto PerPeto) ha espresso non poca perplessità per l’atteggiamento medioevale nei riguardi dell’estratto di segale cornuta. Tuttavia, dietro compenso di sei casse di magnesio la redazione è riuscita a riottenere la sua collaborazione. Il dottor Quacchero ha ovviamente dovuto operare una scelta tra l’immenso numero di missive inviategli, che sono risultate troppe per l’esiguo spazio disponibile. Ma non temete! Tutti riceveranno risposta dal Suo misericordioso verbo!


Veniamo subito a Francesco, area C, che scrive:

Caro dottor Quacchero,
mi sono sempre chiesto cosa porti le persone come me a interessarsi del mondo che le circonda. Viviamo tempi difficili, e il futuro appare sempre più oscuro a noi giovani in Italia come nel mondo. Ma è un dato di fatto al quale ormai ci siamo abituati: è inevitabile che la nostra vita sarà più dura. La cosa a cui però non riesco ad abituarmi, e che mi riempie di rabbia al solo pensiero, è la totale mancanza di reazioni da parte dell’uomo, del cittadino, dello studente comune: sembrano vivere una realtà completamente artificiale, esistenze prive di significato alla continua ricerca di soddisfazione per i loro bisogni costruiti ad hoc dalle sovrastrutture culturali che la società impone loro, meri burattini che danzano ciechi nella caverna platonica! E proprio come nel mito, chi prova a svegliarli dal loro torpore viene deriso, emarginato e, cosa che mi frustra profondamente, compatito quasi come fosse lui il cieco nella caverna… Dottore, gli uomini si libereranno mai dalle catene che si sono imposti? Arriveranno mai a vedere la vera luce?

Carissimo Francesco,
ho sempre pensato che essere intelligenti sia una maledizione più che un dono. È vero, possiamo risolvere problemi, creare aeroplani, tradurre versioni di greco senza vocabolario, bendati, con una lampadina nel naso e con la versione in un’altra stanza (come solevo fare io nei miei anni scolastici) ma non possiamo ampliare la mentalità del nostro prossimo. Io stesso, dall’alto della mia indescrivibile abilità nella pedagogia, ho fallito nello spiegare ad un’assemblea di leghisti il corretto utilizzo del vasino, e ciò mi ha riempito di grande pena per il loro destino. Così è stato finché non mi sono imbattuto nel VII libro del persiano Shams-i Tabrīz, dove il mistico declama in un suo distico una delle più grandi verità di fronte alla quale mi sia mai trovato:
misteriosa è la volontà di Zardosht mentre crea
[sì come]nelle genti scorre in testa la d***rea.*
Ecco, io credo che in queste parole si celi un dato di fatto che può almeno metterci a posto la coscienza.


Sempre dalle lontane lande dell’area C ci perviene la lettera di Cristina, che domanda:

Carissimo dottor Quacchero,
io e il mio ex ragazzo ci siamo lasciati un po’ di tempo fa, ma continuo a morire di gelosia ogni volta che lo vedo insieme a qualunque altra ragazza. Come posso uscire da questa situazione?

L’amore è molto simile ad un orsetto polare, Cristina. Se giuochi con lui, lo abbracci e lo tieni in braccio, con grazia inconsueta e tenue poesia la madre ti strapperà la testa a morsi. Se vuoi riconquistare il tuo perduto amor, e ammaliarlo con la delicatezza ch’egli non avrà certo dimenticato, ti raccomando di usare la quindicesima procedura Karjakin*: ostruisci le vie di uscita, dai fuoco al villaggio, brinda all’avversario trucidato. Volente o nolente, il tuo spasimante tornerà tra le tue braccia.

*Nota del redattore: La redazione si dissocia da ogni riferimento all’omicidio rituale visigoto e non sarà responsabile di eventuali incendi. Non condivide inoltre il pessimistico pensiero di Shams-i Tabrīz, anzi ritiene che il buonsenso si possa trovare anche nel più fanatico dei leghisti. Forse.

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